Adriatic coast to coast


Il “coast to coast” rappresenta per l’immaginario umano, il sogno di una vita e a seconda del preciso istante in cui si decide di tentare l’impresa, può assumere diversi significati. Può essere un viaggio iniziatico volto a vedere altre realtà diverse dalla nostra, può diventare una fuga dalla quotidianità di tutti giorni per vivere, per una volta, il brivido dell’avventura, può semplicemente essere l’occasione per una pausa di riflessione, galleggiando nel limbo del percorso intrapreso. Celebri coast to coast, nella storia e nella filmografia, hanno contribuito ad accrescere l’importanza di questi eventi, fino a mitizzarne l’idea stessa. Il più famoso è sicuramente la scoperta del “nuovo continente”, la traversata compiuta da Cristoforo Colombo, dal porto di Palos, sulla costa spagnola, sino alle rive nord americane. Ma chi non associa al cost to coast, il cult movie, easy rider (USA 1969), dove un gruppo di giovani motociclisti, parte dalla Florida, per raggiungere New Orleans, sul Pacifico, in tempo per il carnevale. Un viaggio alla riscoperta del territorio, vissuto tra mille peripezie, con suggestive e spettacolari immagini. Indimenticabili le scene girate alla Monument valley. Un esplicito richiamo a “ombre rosse” di John Ford, emulando le gesta dei cow boy a cavallo, in sella a potenti Harley Davison. Chissà se Nicolò si è ispirato a easy rider per la sua impresa, attraversare il mar Adriatico, da Rovigno, Croazia, a Marina Romea, bagno Aloha, in sella al fido moscone, simbolo della sua terra e compagno di tante giornate vissute nei panni di angelo custode, per i bagnanti della riviera.

Nicolò il cow boy del mare, yeh!!!

Il nostro bagnino è il classico esempio di persona amante del mare e della natura ancora capace di sognare. Ed è proprio questa voglia di sognare ad occhi aperti, che un bel giorno, guardando l’orizzonte dove il mare si fonde con il cielo, dove la linea tra il reale e l’immaginario si sfiorano, l’ha portato a fantasticare l’impresa, il coast to cost dell’Adriatico, 150 chilometri di mare incontaminato... forse. Un’impresa d’altri tempi, che vuole riavvicinare i giovani alla natura e alle romantiche sfide dell’uomo. Staccare un attimo la spina da internet, il mondo virtuale dove si rifugiano le nuove generazioni, per ritrovare emozioni vere. L’avventura inizia in terra d’Istria dopo mesi di preparazione atletica, base necessaria e fondamentale per forgiare il fisico alla sfida contro gli elementi.

E’ il 24 giugno 2010, Nicolò Zaccaria e Alex Guardigni, bagnini di salvataggio doc, sono pronti a prendere il mare, dalla banchina del porticciolo di Rovigno.Il paese, l’ambiente, l’atmosfera, trasmettono le sensazioni classiche di una città costiera, si percepisce la cultura marinara, semplicemente guardandosi attorno, dalle cose evidenti, ai piccoli dettagli. Le locande, cercano di tramandare le proprie tradizioni, proponendo prodotti e cibi, radicati nel territorio. Sul volto delle persone si legge l’orgoglio per le proprie origini più che l’esibizionismo ricercato nelle nuove società. Tutto sembra vivere in simbiosi con il mondo marino. Dal centro del paese si eleva, su tutte le costruzioni adiacenti, l’imponente sagoma del campanile e osservandola con occhio sognante, sembra voler benedire i nostri eroi.

Dopo la presentazione di rito imperniata sul consolidamento e il proseguimento dell’amicizia tra le due sponde dell’Adriatico, un simbolico bang da il via alla sfida.

C’è grande euforia a bordo del moscone, gentilmente offerto dal bagno Bacibacidi Punta Marina terme. I primi colpi di remo sono frenetici, quasi rabbiosi, ma si regolano immediatamente, su un ritmo costante con l’allontanarsi della costa. Una volta al largo, l’orizzonte è l’unica vista che si apre allo sguardo. La remata trova la giusta cadenza e i due “sea rieder” iniziano i turni di vogata, programmati in alternanza ogni due ore. L’acqua è cristallina e la trasparenza quasi sconcertante, se rapportata ai nostri lidi, d'altronde la differenza di fondo; ciottoli e sabbia, spiega in parte l’arcano. Si parla per trascorre il tempo, si scherza per rafforzare lo spirito di gruppo. Sulle prime battute i dialoghi sono incentrati sulle possibilità di riuscita e fantasticano sull’eventuale momento dell’arrivo.
"Alex se riusciamo a portare a termine questa impresa, non ci ferma più nessuno".
"Cosa vuoi dire Nicolò?"
"Diamo il via ad una serie di eventi da richiamare l'attenzione dei media, apriamo un ciclo!"
"Cos'hai in testa, una ne pensi e mille ne fai, patacca che non sei altro"
"Per primo, risaliamo il fiume Po fino a Torino, richiamando l'attenzione di tutti i paesi che si affacciano sulle sue rive, poi passiamo sul Tirreno e proviamo a raggiungere la Francia, poi…"
"Poi basta Nicolò, se no arriviamo in America, pensa a remare va".
Col passare del tempo, invece, le chiacchiere riguardano spaccati di vita dei protagonisti. Note personali, momenti di riflessione, per distrarre la mente dalla monotonia del paesaggio, diventato ormai una piatta uniforme.“Alex, ho nostalgia del mio moscone ROSSO, non capisco perché snobbare l’impresa, un’iniziativa sana e sportiva, occasione per avvicinare popoli e culture diverse.”“Dai non ti crucciare Nicolò, buona grazia che siam qui adesso.”“Hai ragione Alex, sai cosa ti dico, BACIBACI a tutti.” Le condizioni atmosferiche sono ottimali, venti, correnti, sono assenti, Poseidone ha dato il suo benestare. Una calma surreale avvolge gli intrepidi naviganti, la sovranità del mare prende il soppravvento. La magia lascia per un attimo inostri avventurieri, immersi nei loro pensieri. Una sorta di reciproco rispetto tra l’uomo e il mare. La cadenza delle spinte si mantiene costante e l’alternanza dei protagonisti risulta perfetta.

"Calma piatta, avanti tutta! " È il grido di battaglia che sale ogni tanto.

La motonave di appoggio, Gladiator, capitanata da Roberto Chiappini e con l’equipe di supporto composta da Dino Sintoni e il tenente Bucchi, segue in lontananza, come un’ombra silenziosa.
Spazio sconfinato a perdita d’occhio, una grande sensazione di pace. Muscoli tesi all’inverosimile, continuano a mulinare incessantemente come potenti motori diesel. Le ore sembrano infinite, senza punti di riferimento precisi, solo la linea dell’orizzonte che pare voler fuggire. Ma quando tutto sembra consolidato, un’increspatura sulla liscia superficie, attira l’attenzione generale, cosa, cosa, cosa… un branco di delfini che si avvicina timidamente al moscone prima di dileguarsi, forse impaurito, dagli ospiti inattesi, che bella sorpresa.Nicolò e Alex procedono imperterriti nella loro azione, galvanizzati dall’incontro, quando all’improvviso, un’altra sorpresa appare dagli abissi, due magnifici esemplari di tartarughe marine.
"Grazie Nettuno", grida Nicolò con i muscoli imperlati di sudore che brillano al sole.Il mare è ricco di vita, non dobbiamo mai dimenticarlo, quando meno te lo aspetti, può riservare delle sorprese. Il mare è un bene prezioso, preserviamolo dalle insidie suicide dell’essere umano. Durante il tragitto anche distese di rifiuti galleggianti sulla liscia superficie, turbano il particolare idillio.La tratta è veramente lunga e non mancano altri momenti di sconforto, soprattutto al giungere della notte, quando dopo uno spettacolare tramonto, la luce lascia il campo alle tenebre. Nonostante il lieve riflessodella luna, privi di punti di riferimento, soli in mezzo all’immensità del mare, tutti timori reverenziali salirono a fior di pelle.“Spat, split, splash”, piccoli.rumori ora vicini, ora lontani, alimentano suggestioni nascoste. Immagini di vecchi film scorrono come fotogrammi nelle menti provate dal costante impegno e dalla stanchezza accumulata. Galleggiare su un mondo misterioso popolato da creature incredibili, stereotipate dalle favole infantili e non, la balena di pinocchio, lo squalo di Spielberg, anche la sicurezza più ferma, può vacillare.“Dopo la calata del sole scese il freddo e il sudore si asciugò sulla schiena, le braccia e le gambe” le sensazioni provate dall’esperto pescatore, nel grande classico di Ernest Emingway, il vecchio e il mare, si riproponevano per i bagnini. Un paragone per capire la situazione limite delle imprese di questo genere, per immaginare la solitudine generata dall’oscurità in un ambiente “ostile”. Una notte lunga, interminabile, tremenda, capace d’insinuare il tarlo della rinuncia, anche al più temerario dei lupi di mare. Ma con grande sforzo, dando fondo a tutte le risorse più nascoste, e con reciproco sostegno, ecco fortunatamente la fine del tunnel, la prima luce di una splendida alba che annunciava il nuovo giorno. Mai fu così benvenuto, e magicamente con la visione, ecco comparire in lontananza, le sagome delle piattaforme di trivellazione, vecchie conoscenze, caratteristico panorama dei lidi ravennati. Finalmente un obiettivo preciso da raggiungere. Uno spirito nuovo rianima la squadra, l’impresa non è più un’utopia, si può toccare con mano ormai.

Avanti tutta! è l’urlo che si perde nell’aria tra un battito d’ali di un gabbiano.

Superati i pozzi ecco all’orizzonte, la costa, come alla partenza la vogata diventa più frenetica, la foga prende il sopravvento, il ritmo si trasforma in un rock, il sapore della vittoria è già sulle labbra.

Romagna mia, Romagna in fiore,
tu sei la stella, tu sei l'amore.
Romagna mia, Romagna in fiore,
sono Zaccaria, il un nuovo eroe
Quando ti penso, vorrei arrivare
sulla mia spiaggia al di là del mare.
Romagna, Romagna mia,
lontan da te non si può stare!

(Zaccaria secondo Casadei… non Raul, ma la casadei sogni che c’è dentro ognuno di noi)

Di Stefano Medici

Mentre nella mente già si materializzano nuovi sogni, nuovi progetti…

Un bicchiere di talento in un oceano di ambizioni (Mick Jagger)