Sunset on the sea
Al primo vero sole della stagione 2012, a primavera inoltrata, le temperature hanno registrato un vertiginoso aumento, dando quell'assaggio d'estate, tanto atteso dopo il lungo inverno. Come per magia, il ricordo dei metri di neve che hanno bloccato tutta la penisola italiana, si scioglie sotto i caldi raggi e la voglia di kayak diventa un istinto irrefrenabile. Il richiamo del mare, è più di una voce, è un canto delle sirene a cui è impossibile resistere. L'uscita odierna l'aspettavo dall'inizio della settimana, e oggi tra impegni, doveri e piaceri, sono riuscito ad incastrarla in final di giornata. Un'escursione cercata, un'uscita voluta, non forzata, ma fortissimamente voluta si. M'incammino verso la spiaggia scegliendo il sentiero selvaggio tra le lagune dell'entroterra, una strada forse più scomoda della principale via d'accesso, ma sicuramente più spettacolare. Un modo per entrare in contatto con la natura, prima di sfidare sua maestà il mare con la prua del mia piaccola imbarcazione. Tra le acque immobili delle lagune alcuni fenicotteri stazionano fissi, dando quel tocco d'esotico all'ambiente. La mente, colora i contorni, immaginando un'isola tropicale. Supero la duna, ultimo baluardo delle terre emerse, e mi affaccio sulla spiaggia ormai deserta emulando la famosa scena del film "un mercoledì da leoni". Mentre gli ultimi bagnanti si preparano al rientro, io inizio ad assemblare l'attrezzatura, scrutando, come sempre, in una sorta di rituale consolidato, l'orizzonte che si estende a perdita d'occhio. Terminate le operazioni, indosso il giubbotto di salvataggio, controllo di non aver dimenticato nulla sul bagnasciuga, ed entro in acqua. La temperatura non è particolarmente proibitiva, salgo sull'agile canoa ed inizio a pagaiare con un ritmo tranquillo puntando tutto a dritta verso il largo. Il sole ha già iniziato la sua parabola discendente, e l'orizzonte inizia a tingersi di colori surreali, sempre spettacolari da ammirare. L'azione è sciolta, ed il ritmo costante, inquadro come punto di riferimento le bandierine di segnalazione delle reti dei pescatori. Uno, due, destra, sinistra, un ballottaggio di colpi equamente distribuito. Spalle e tricipiti sono i primi muscoli ad infiammarsi, poi a sorpresa seguono gli addominali sollecitati dalle oscillazione del kayak che cavalca piccole onde che increspano la superficie dalla distesa azzurra. Seguo le bandierine, come se fossero parte di un percorso appositamente disegnato e giungo all'ultima boa dove mi fermo qualche minuto per godermi la magia del momento. Mi lascio cullare dal movimento del mare liberando la mente da ogni pensiero. Respiro a pieni polmoni boccate di aria pura. Sono quegli attimi dove tutto il mondo che viaggia ad una velocità supersonica, si ferma e tu hai la sensazione di galleggiarvi sopra osservandolo dall'esterno. Plufff! Poi di nuovo tutto torna a scorrere. Riprendo a pagaiare verso riva. Il sole giunto orma alla fine della sua giornata, riflette i suoi raggi sulla superficie dell'acqua regalando un meraviglioso tramonto. Seguo la scia luminosa del suo riverbero fantasticando di percorrere un sentiero di fuoco, degno delle fiabe più belle. Un tappeto di luce magnetica. Uno, due, uno due, lungo questo tunnel accecante, la dimensione spazio tempo si annulla togliendo colore a tutto al mondo circostante. La superficie del mare appare di colpo scura e minacciosa, senza però intaccare la poesia del gesto. Prima di raggiungere la riva mi fermo per godere di una altro attimo di magia. Viro di 360 gradi per godere di tutte le sfumature disegnate dalla natura, L'uscita al calar della sera ha regalato nuove emozioni che assaporo nel mio intimo mentre smonto l'attrezzatura per il rientro alla base. Metabolizzo l'energia trasmessa allo spirito, quotidianamente consumato dalle continue concessioni fatte alla società moderna. Imboccando la via di casa e voltando le spalle al mare, la mente è già volata a fantasticare sulla prossima uscita, ma intanto, impercettibilmente, stiamo già percorrendo il nostro sunset boulevard.
di Stefano Medici