Berlino 2008
Berlino è la capitale della repubblica federale tedesca e cuore pulsante d’Europa. Rappresenta il polo culturale, scientifico, fieristico e mediatico del nostro tempo. Camminando per le strade si percepisce il carattere forte e dinamico della città, lo spirito nuovo che anima questo periodo. Per fare un esempio basta osservare un semplice semaforo pedonale e guardare le vetrine di souvenir. L’omino della segnaletica è diventato una star, oggetto di tendenza e irrinunciabile ricordo. Siamo accampati al Tentstation un campeggio a due passi dal centro, ricavato dalla piscina comunale in disuso. I servizi igienici sono gli stessi spogliatoi del vecchio impianto, mentre all’esterno, una pista di atletica e un campo da calcio completano l’area. Lo spirito sportivo aleggia nell’aria, mi organizzo per una corsa mattutina prima dell’apertura del supermarket dove acquistare il latte per mio figlio. Mi alzo di buon ora e inforcate svogliatamente le scarpette parto al piccolo trotto, irrigidito dal freddo pungente, caratteristico del settembre nord continentale. Mi dirigo verso l’imponente Berlin Hauptbahnhof, la più grande stazione ferroviaria d’intersezione su più livelli del vecchio continente, situata fra il porto fluviale detto Humboldhafen e il fiume Sprea. Attorno si sviluppano parchi e giardini di recente costruzione, dove la pulizia e l’armonia regnano sovrani, una cura maniacale rende l’atmosfera incredibile e stimola la pratica dello sport. Superata la stazione raggiungo il fiume, un angolo romantico nella grande metropoli. Seguo la riva per un chilometro immerso in una pace surreale tra rigogliosi alberi e verdi prati. Osservo le meraviglie che si susseguono sulla riva opposta, incuriosito dalla sagoma a forma di ostrica dell’Haus der culture der weld,ed esaltato dalla colonna della vittoria immobile al di sopra della boscaglia. Attraverso un ponte, sul corso d’acqua, inquadrando in lontananza il parlamento e continuo con ritmo tranquillo, verso il suggestivo Reichstag. La sagoma della gigantesca cupola di vetro inizia a materializzarsi passo dopo passo, mentre la distanza si riduce. Ampi spazi si aprono al mio sguardo sbalordito. “Sto correndo davanti al palazzo del potere tedesco”, fantastico mentalmente. Senza rendermene conto, arrivo al parco Tiergarden correndo ad una velocità estremamente sostenuta, giustificata dalla crescente euforia. Probabilmente tutte le sollecitazioni offerte dal tragitto hanno fatto passare in secondo piano la fatica. Il Tiergarden, polmone verde del centro, appare come una vera e propria foresta nel cuore della città. Rallento leggermente in prossimità della porta di Brandeburgo ammirando la famosa quadriga dominare dall’alto la scena. Per le vie non ci sono molte automobili, a prima vista sembra una tranquilla cittadina di provincia. “Sarà sempre così?” mi domando correndo sul posto, in attesa che il famoso omino del semaforo dia il via libera. All’improvviso noto un particolate sulla carreggiata, una striscia di mattoni liberata dall’asfalto, sono le fondamenta del “muro” lasciate in evidenza come triste ricordo. Un impulso irresistibile mi spinge ad attraversare la strada. Attendo il verdee supero il confine … “che emozione, che vortice di sensazioni”. Distendo la mia falcata per qualche centinaio di metri, lungo il famoso Unter der Linden, all’ombra dei magnifici tigli che coprono l’area. Ammiro la regalità dell’antico viale imperiale, che collega la porta ad Alexander Platz, poi inverto la direzione per ritornare al camping. Sono completamente svuotato di energie, sembra di aver tagliato il traguardo in una gara. Vorrei fermarmi e godere la soddisfazione dell’impresa, ma l’orologio indica impietosamente le ore 7.45, il supermarket sta per aprire i battenti e soprattutto un piccolo affamato sta per svegliarsi. Riparto, a testa bassa, per il nuovo obiettivo, guardando unicamente la strada scorrere velocemente sotto i miei passi e ascoltando i battiti del cuore aumentare progressivamente con l’incrementare dello sforzo. Nascosto sotto i baffi però, un sorriso di piacere si disegna sul volto; “che corsa ragazzi! Veramente oltre ogni confine”
Correre oltre il muro