Slovenia, lago di Bled 2001
Bled si trova nella parte nord occidentale della Slovenia ai piedi delle alpi Giulie. La località attira turisti da tutto il mondo per la pittoresca bellezza del suo paesaggio. Il lago di Bled sembra essere uscito da un libro di fiabe per offrire a tutti visitatori immagini da sogno. Io e la mia compagna Rita alloggiamo alla pensione Preseren, una romantica villa affacciata direttamente sullo specchio d’acqua. Nell’arco di pochi chilometri, seguendo il lungolago, si può ammirare un magnifico castello eretto a picco su una rupe, una splendida chiesetta appollaiata su un isola, l’unica isola della Slovenia, montagne imponenti con tanto di piste da sci, vallate ariose e caratteristiche abitazioni incastonate nella fitta boscaglia che avvolge l’area. Lo sport è l’attività principale, sci d’inverno, sport acquatici d’estate, il canottaggio, il trekking, e si potrebbe continuare ad oltranza fino ad arrivare alla mia passione, la corsa. Il giro del lago è li che mi aspetta, partenza decisa al sorgere del sole. Mi sveglio di buon ora, il lago è avvolto da una fitta foschia che mi riporta alle atmosfere del film Braveheart con Mel Gibson, il sole è ancora nascosto dalle montagne. Esco dalla porta del ristorante che immette direttamente sulla pista ciclo pedonale, e saluto Rita affacciata alla finestra pronta a ritornare sotto le coperte. Parto al piccolo trotto per scaldare i muscoli intimoriti dalle condizioni atmosferiche e mi immetto nell’anello in senso orario. Passo davanti al centro congressi del paese osservando la perfetta cura del parco adiacente. Arrivo nel cuore della località già sciolto nei movimenti, sorpasso la famosa pasticceria del centro, caratteristica per la produzione di torta reztina, pregustando la colazione prossima. Affronto una leggera salita che porta all’area alberghiera e imbocco il sentiero sul lato delle piste da sci godendo dello spettacolo mozzafiato del castello eretto imperioso sopra uno sperone di roccia alto 100 metri, una roccaforte apparentemente inespugnabile con torri e fossati difensivi. Continuo a correre aumentando ulteriormente il ritmo, favorito dalla linearità del sentiero, osservo le acque cristalline che mi accompagnano immobili e silenziose dipinte con spettacolari riflessi. Arrivo ad un borgo chiamato Milino, famoso per il ristorante, e per il panorama sul gioiello del lago, l’isola con la chiesa dell’Assunzione in bella evidenza. Il sentiero inizia un percorso più naturale abbandonando la strada principale che accompagnava parallela, immergendosi nella boscaglia. Si passa tra salici piangenti che liberano le loro fronde sullo specchio dell’acqua, castagni e tigli inoltrandosi in un ambiente fiabesco. La chiesa appare e scompare tra le curve del percorso, il sole inizia a sbucare dalle montagne, e l’acqua sollecitata dai raggi solariinizia a fumare. Anche il mio corpo la imita per lo sforzo, creando un effetto scenico veramente particolare, un aura che sfuma il mio profilo al limite del mistico. Rallento leggermente la cadenza per non finire la benzina prima del previsto. Le pieghe del territorio avvicinano la costa all’isola evidenziando l’imponente scalinata che porta alla chiesa, il paesaggio e veramente incantevole. Accelero nuovamente fino al campeggio del luogo, incastonato in una spettacolare gola, poi doppio il cosiddetto giro di boa per affrontare il lato del ritorno. Passo sotto la tribuna delle gare di canottaggio e attraverso l’area dei circoli sportivi, osservo molti atleti già intenti ad armare le imbarcazioni, si respira una sana competizione. La strada torna a salire leggermente allontanando lo specchio d’acqua dal sentiero, imballando un po’ le gambe, cerco di recuperare energie impostando il classico ritmo da salite a piccoli passi e grandi respiri distraendomi dallo sforzo guardando le ville che punteggiano la zona. Sul lato sinistro si vede la parete rocciosa base del castello, il traguardo a questo punto è vicino, una nuova spinta rianima il fisico in vista del finale. Un viottolo panoramico favorisce il distendere della falcata, e la vista di villa Preseren dietro lo spigolo di roccia fa il resto. Un ultimo sprint in leggera discesa mi porta fresco e carico a destinazione, tanto che giunto davanti alla porta d’entrata, decido di proseguire per una altro giro, per godere di altri 6 Km. di natura con un fiorire insperato di energia, diretta influenza del magico luogo.
L’isola che non c’è