Malaysia, Langkawi 2004
Langkawi è una splendida isola situata nel mar delle Adamane a nord della Malaysia.
Colline ricoperte da foreste, spiagge di sabbia bianca e acque cristalline accolgono calorose i visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Il clima ideale, la tranquillità del posto, e la splendida varietà dei paesaggi ben si prestano a stimolare le attività sportive e non a caso quest’anno la località è stata la sede in febbraio della gara mondiale degli iron-man.
Anche nel completo relax di una vacanza tropicale è perciò impossibile resistere al richiamo della corsa.
Prima dell’immancabile tramonto sul mare, decido di inforcare le scarpette e sciogliere i muscoli per le vie di quel piccolo paradiso. Il litorale di Pantai Cenang è il posto più animato dell'isola.
Parto dal bungalow “on the beach” e seguo la strada che esce dal villaggio in direzione aeroporto.
Attraverso il paese in tutta la sua estensione osservando invitanti ristoranti, la casa del riso famosa attrattiva della zona, bar dall’atmosfera spumeggiante e complessi turistici di buona categoria.
Abbandono l’ultimo avamposto dall’abitato ritrovando alla mia sinistra la visione del mare in tutto il suo splendore e sulla destra ampie praterie a fare da avamposto a dolci rilievi completamente ricoperti da una lussureggiante vegetazione.
E’ un contesto a dir poco fiabesco, un luogo capace di ispirare avventurose fantasie.
Corro in scioltezza ammirando i riflessi azzurri delle acque risplendere tra le palme che accompagnano la costa. Poi volgo lo sguardo sull’altro lato della carreggiata per guardare una mandria di animali che punteggia l’orizzonte. Proseguo incuriosito verso quel posto fino ad incrociare alcuni capi che attraversano la strada.
Water-buffalo, veramente incredibile, mi ritrovo tra imponenti animali esotici che pascolano tranquilli e rimango per un istante senza fiato con un pizzico d’ansia per la reazione che potrebbero avere. Ma la mia presenza pare non infastidirli minimamente, e posso ripartire per la mia direzione ai confini con la realtà.
Continuo completamente esaltato dall’incontro osservando ora alcune mucche al pascolo attorno ad una pozza d’acqua ora altri bufali brucare l’erba presente in abbondanza.
Il paesaggio cromatico che mi circonda è favoloso, il giallo dell’erba secca della prateria, il verde intenso della giungla, il blu acceso del mare, tutto sotto l’azzurro cielo che irradia serenità.
Dopo alcuni chilometri arrivo nei pressi dell’aeroporto all’estremità di una pista, e proprio nell’istante esatto del mio passaggio assisto all’atterraggio di un aereo. Un frastuono infernale, il rumore dei jet sollecitati al massimo, la sagoma dell’imponente velivolo a pochi metri di distanza sempre più minacciosa, attimi di panico prima di riprendere il controllo, un’esperienza spaventosamente elettrizzante.
Costeggio tutta l’area fino ad arrivare a pochi passi dal mare in una rientranza del territorio e seguo per un breve tratto la costa respirando a pieni polmoni le fragranze della natura. Giunto al bivio per il terminal inverto la direzione per far rientro alla base.
Passo i luoghi delle precedenti “avventure” con un pizzico di timore e il ricordo ancora vivo, poi la corsa prosegue spedita fino alla veranda dell’appartamento per il romantico appuntamento con l’infuocato tramonto.
Come tutte le sere il sole si specchia sulla superficie del mare creando i più svariati riverberi che la nostra fantasia potrebbe immaginare.
Una corsa supersonica