Philippine, Borrocay 2005
Una vacanza alle Philippine offre infinite possibilità di itinerari, tante opportunità da soddisfare anche il più esigente dei viaggiatori. Dopo Manila, caratteristica città tra il moderno e il coloniale, si può optare per escursioni nella giungla, immersioni tra i relitti della flotta giapponese della seconda guerra, camminate tra le risaie o per il mare a 360 gradi nelle tante isole del suo territorio. L’isola di Borrocay nell’arcipelago delle Philippinerappresenta il paradiso ideale per gli amanti degli sport acquatici e del divertimento. La costa orientale è spazzata da forti venti che ne fanno un must assoluto per wind surf e kite. La costa occidentale, invece, è formata da un lunga spiaggia di sabbia bianca affacciata su un placido mare ricco di vita e punti d’immersione per gli appassionati di subacquea. La sera un’infinità di bar, ristoranti, music pub riempiono l’atmosfera di gradevole allegria. La vacanza scorre piacevole, gaudenti delle meraviglie del luogo. La voglia di correre è veramente scarsa, i ritmi del posto hanno minato anche le ultime velleità. L’unica molla che scatta in questi momenti è costituita dal regime dell’allenamento, dalle tabelle di mantenimento, dalla “coscienza” del podista. Mi vesto blandamente nell’afa della stanza, esco dal bungalow, e parto al piccolo trotto, lasciando la mia compagna a riposare sull’amaca appesa in veranda. Bella voglia! sembra commentare la sua espressione. Mi dirigo verso la strada principale che taglia l’isola in tutta la sua lunghezza e inizio ad aumentare il ritmo. Purtroppo la corsa è ostacolata continuamente da passanti, tuk tuk, macchine dai lunghi trascorsi, non è propriamente una scampagnata agevole. Clacson impazziti, smogoltre i nostri standard, ma chi me lo ha fatto fare? rimugino tra me. Per fortuna arrivo al bivio per la costa orientale e la tranquillità torna ad avvolgere i contorni del paesaggio. Palme, capanne, verdi prati, il canto degli uccelli, completano uno splendido quadretto tropicale fino all’abbaiare nervoso di due cani nel cortile di un abitazione, Una leggera ansia mi assale ed aumento l’andatura incurante della fatica. Arrivo di buon passo alla spiaggia ammirando alcune evoluzioni acrobatiche di eccellenti windsurfer poi ritorno sulla viaprincipale per raggiungerela zona sude prendere la via di casa. Supero nuovamente l’insidia cinofila e raggiungo la strada più trafficata. Passo un altro tratto di caos infernale prima di imboccare un viottolo verso il litorale. Il lungo mare inizia lentamente ad animarsi, ma si riesce ancora a correre senza particolari intoppi. Mi godo lo spettacolo cercando di assorbire tutta l’energia del luogo, osservo i riflessi del sole sull’acqua cristallina, e il movimento delle barche cullate dalla marea. Il tempo passa impercettibilmente e la spiaggia si riempe di orde di vacanzieri pronti ad affollare bar, barche per escursioni e lettini prendisole. Bisogna stare attenti a non investire qualcuno andando a sbattere. Raggiungo velocemente il bungalow per appendere le scarpe al chiodo e infilare due più appropriate ciabatte.
Una corsa ad ostacoli.